Nessun cambiamento significativo….
Prosegue il lungo periodo di siccità sui monti del Trentino,
come peraltro su gran parte delle Alpi. Anche questa settimana non si sono
osservate precipitazioni e anche per i prossimi giorni non si prevede nulla di
significativo; pertanto il manto nevoso alle varie quote, continua ad essere
ben al disotto delle medie stagionali.
Le temperature in quota a parte una breve e contenuta
parentesi nel fine settimana scorso quando si è osservato un breve e contenuto
rialzo, rimangono su valori perlopiù negativi, a tratti anche piuttosto bassi
che contribuiscono a mantenere un certo innevamento sul territorio, perlomeno
in quota.
Manto nevoso….
La neve che compone il manto si è ormai molto trasformata grazie
all’azione del vento ma soprattutto per la temperatura sia dei più lunghi periodi
freddi sia per i più brevi ma sensibili riscaldamenti come quello già
menzionato dello scorso fine settimana.
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Altri esempi ormai poco visibili di piccoli scaricamenti per riscaldamento avvenuti nel fine settimana scorso. (cresta verso punta Castellaccio vista dalla conca del Presena) |
Manto nevoso di questa settimana: superficie prevalentemente dura con evidenti i vecchi segni dovuti al vento.
Alcuni dei parametri registrati dal’inizio settimana presso la stazione nivometeorologica automatica di Capanna Presena a quota 2715 m: assenza di precipitazioni con temperature negative; lo spessore del manto nevoso è costante anche se c’è bel tempo con giornate molto soleggiate; anche il vento non crea trasporto di neve significativo; si noti che la temperatura superficiale della neve rimane sempre molto fredda.
La struttura del manto nevoso è perlopiù formata da diffuse croste superficiali più o meno dure e portanti dovute principalmente ad azione del vento o in parte minore da rigelo; più sotto ed in generale nella zona centrale si osservano principalmente cristalli molto trasformati di tipo angolare e sfaccettato da gradiente, talvolta alternati ad altre croste più o meno pronunciate. Nella parte più bassa e a contatto col terreno i cristalli, più vecchi e trasformati hanno spesso hanno anche subito una trasformazione di fusione e rigelo.
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Stratigrafia effettuata il 19 gennaio 2022 presso il campo neve di capanna Presena: crosta superficiale da vento dura, strati intermedi con cristalli angolari da gradiente, crosta interna con forme da rigelo e base più dura con vecchie forme angolari meno spigolose con forme da rigelo. Anche il test ECT non ha evidenziato particolari criticità: il punto debole è subito sotto alla crosta superficiale dura (dove sono concentrate le maggiori forme di ricostruzione), peraltro con scarsa propensione alla propagazione. |
Pericolo di valanghe….
Complessivamente il manto pur con significative
discontinuità e tipologia di cristallo a struttura fragile, nel complesso presenta
una generale stabilità ed anche i numerosi test effettuati confermano questa
situazione con scarsa propensione a propagare fratture che in genere si formano
con significativi sovraccarichi e localizzate prevalentemente in prossimità (in
genere sotto) le croste più dure.